Qoelet - puntata 1
- Doroteo Alberti - redattore
- 12 mag 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 16 mag 2024
Una breve serie di post dedicata a un libro speciale di sapienza, misterioso, semisconosciuto, piazzato proprio lì nel bel mezzo della Bibbia, a confronto con una filosofia del tutto avulsa...

La vanità: "inseguire il vento"
Nel libro del Qoelet ricorre, come un ritornello, la formula "vanità ed un inseguire il vento".
L'autore osserva molti aspetti della realtà, cercando di indagarne un effettivo senso dell'agire umano. Ineluttabilmente, ad ogni sua analisi si rende conto dell'inutilità dell'impegno profuso, e lo paragona appunto al tentativo di braccare il vento che soffia.
Schopenhauer, dal canto suo, individua nella "volontà" il motore di tutto l'agire umano.
Questo porta l'uomo ad una costante ed insaziabile azione finalizzata alla realizzazione di sé stessi.
E' in realtà una corsa verso la "noia", la "vanità" qoelettiana, per sfuggire al "dolore" causato dalla volontà.
"Meglio vedere con gli occhi che vagare con il desiderio", si legge nel testo biblico.
E ancora: "dalle molte preoccupazioni vengono i sogni e dai sogni molte delusioni".
E' interessante osservare come la parola ebraica nefesh, anima, sia tradotta come "desiderio" e come, anche in questo caso, si sottolinei il parallelismo con Schopenhauer nell'utilizzare un sinonimo di volontà per intendere il "Principio primo", ossia il noumeno kantiano (la "cosa in sé", in tedesco Ding an sich, vale a dire il concetto di base su cui insiste l'esplorazione metafisica).



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